Antonio Giardullo, L’avventura delle parole. Dal nome proprio al nome comune. Milano: Vallardi (2008)Il prof. S.C. si è occasionalmente occupato, come forse saprete, di astrologia. Dal vocabolario astrologico (o, attraverso di esso, dalla mitologia classica) derivano molti termini: una parata marziale, una persona di carattere gioviale o di temperamento mercuriale, l’attore Saturnino Manfredi, eccetera.
Antonio Giardullo, funzionario della Biblioteca Nazionale di Firenze e docente di Conservazione dei Beni Librari all’Università di Bologna, ha una passione: la deonomastica, ossia (scopro stasera) la disciplina che individua e cataloga i vocaboli derivanti da un nome proprio, come appunto marziale o gioviale. Che flora e fauna le avesse inventate Linneo magari lo sapevate (io no), ma vi suggerisco, se comprate il libro, le origini di lobbia (il cappello), i vari personaggi del ciclo di Orlando (Gradasso, Rodomonte, Sacripante e, inaspettatamente, Zerbino), carampana, moka e derrick, che non è l’ispettore ma il traliccio che sta sopra il pozzo di petrolio.
Adesso indosso il cardigan (James Thomas Brudenell, settimo conte di Cardigan, 1797-1868) con le maniche a raglan (James Henry Somerset, primo lord Raglan, 1788-1855) e, siccome fa freddo, metto anche il montgomery (Bernard Law Montgomery, 1887-1976). Mangio un sandwich (John Montagu, quarto conte di Sandwich, 1718-1792) magari ricoperto di besciamella (Louis de Béchamel, marchese di Nointel, 1630-1703); poi prendo il pullman (George Mortimer Pullman, 1831-1897) per tornare in albergo, sperando che non si guasti il motore diesel (ing. Rudolf Diesel, 1858-1913). Per prima cosa mi rilasso nella jacuzzi (i sette fratelli friulani Jacuzzi che fondarono la ditta nel 1910 a Berkeley, California: Valeriano, Gelindo, Candido, Giocondo e i più fortunati Franco, Giovanni e Rachele). Uscito dalla vasca prendo due appunti con la biro (László Biró, 1899-1985) e poi se riesco alla tele guardo il derby (Edward Smith Stanley, dodicesimo conte di Derby, 1752-1834). Se la tele è guasta la riparo con la chiave inventata da Egidio Brugola (1901-1959) di Lissone (MI) e scaccio le zanzare con il preparato del dott. Giovanni Battista Zampironi, di Mestre (VE).
Adesso vado a letto (Filiberto Amedeo Letto, conte di Baldacchino, 1736-1799). OK, questa me la sono inventata: ma, giuro, è l’unica.
4 commenti:
"questa me la sono inventata"
ma è la più bella ;-)
E, dato verità è bellezza e bellezza è verità, anche questa è vera.
Grazie juhan!
(Mi è scappato un "che")
Mi stavo chiedendo se la biro era una Bic (barone Marcel Bich (Torino, 1914 – Parigi, 1994)
Mi pare una sorprendente mancanza per un piemontese :-D
Una targa commemorativa si trova in Corso Re Umberto, al civico 60, a Torino, e reca la scritta "Semplificò la quotidianità della scrittura".
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