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lunedì 29 novembre 2010

Mario Monicelli, 1915-2010

No, no! Ite anco voi sanza meta, ma de un'altra parte!

giovedì 25 novembre 2010

Appuntamento a Milano

Per chi c'è, dunque, appuntamento domani alle 18.00 alla Libreria del Corso in corso Buenos Aires 39 a Milano; ci saranno pure la divagatrice e Massimo.

Andrea invece mi dice che la sua intervista  andrà in onda nel programma Nero su bianco di Alessandra Casella su Sky Arturo questa domenica alle 21.00.

Segnalo anche qualche nuova recensione:

Mariano sul suo blog ci fa così tanti complimenti (meritati, sia ben chiaro) che temo la gente legga il libro e poi ci chieda i soldi indietro:
I tre autori, infatti, offrono - in maniera cristallina e pressoché definitiva - lo stato dell'arte dello scetticismo moderno, che dimostra una totale consapevolezza dei propri limiti intrinsechi. 
 Paolo Attivissimo sul Disinformatico:
È una guida scorrevole ed efficace ai metodi per indagare seriamente i misteri veri o presunti usando l'unica arma a disposizione dello studioso che non vuole farsi gabbare: il raziocinio, specificamente nella forma del metodo scientifico.
 Però, 'sto libro. Quasi quasi lo leggo.

venerdì 19 novembre 2010

Recensioni e appuntamenti UPDATED 26/11

Dopo quella di Massimo, cominciano a comparire qui e là per la blogosfera e regioni limitrofe recensioni e segnalazioni dell'ormai familiare libro, che voglio sperare abbiate ormai comprato tutti. Leggetelo con attenzione, che il prof. Sentimento Cuorcontento poi interroga.

Una segnalazione di Alice Della Puppa su Gravità Zero:
Un bel libro, dalla lettura agile che ci permette anche di sorridere.
Peppe Liberti, sul suo Rangle, ha una recensione più lunga. Come nelle migliori recensioni, parla sì del libro ma non soltanto:
La conoscenza del metodo viaggia con quella del merito delle questioni e con la conoscenza degli uomini che le hanno poste, dei luoghi dove sono state generate. Il racconto della Scienza non può lasciar fuori nulla, deve riannodare le reti che hanno prodotto l'evoluzione del pensiero scientifico e farlo in un linguaggio che non ne ignori l'alfabeto.
Su FriendFeed (che il prof. S.C. frequenta poco) ne parla Isola Virtuale:
Se un vostro amico o parente è affetto da Giacobbismo e Voyagerismo acuto. Se spalanca gli occhi, soffre di eccessiva sudorazione o secchezza delle fauci quando sente la parola "Mystero", questo è il regalo giusto per lui a Natale: "Sulla scena del Mistero" di S.Bagnasco, A.Ferrero e B.Mautino. E non aspettatevi che sia Babbo Natale a portarglielo.
Intanto, cominciano gli appuntamenti per ascoltare qualche pontificazione sul libro dalla viva voce del prof. S.C. e dei suoi sodali.

Il prof. e la divagatrice saranno, con Massimo Polidoro, alla Libreria del Corso di corso Buenos Aires 49 a Milano, venerdì 26 novembre alle 18.00.

Un'altra presentazione sarà al Circolo Amici della Magia di via Santa Chiara a Torino, Venerdì 3 dicembre. L'ingresso è però riservato ai soci; forse potete provare a travestirvi con marsina, tuba e mantello come Mandrake o il Mago Afono, ma non so se vi faranno entrare.

Sempre il prof. e (credo) la divagatrice presenteranno il libro al Noir Film Festival di Courmayeur, sabato 11 dicembre, nel programma di MiniNoir.

Andrea, l'ingegnere, oggi è a Roma a registrare qualcosa per Sky TV. Appena scopriamo quando va in onda, aggiorno il post.

UPDATE 26/11:
In realtà mi hanno poi detto che l'evento al Circolo Amici della Magia non è riservato come avevo capito, ma aperto al pubblico. Non avrete bisogno di indossare tuba e mantellina, ma se avete la serata libera fate un salto, il circolo è un posto a cui vale la pena dare un'occhiata.

Andrea invece mi dice che la sua intervista andrà in onda nel programma Nero su bianco di Alessandra Casella su Sky Arturo questa domenica (28 novembre) alle 21.00.

lunedì 8 novembre 2010

La prima recensione


Ho come l'impressione di avervene già parlato, ma è uscito da circa una settimana un libro che può valere la pena leggere. Ecco la prima recensione, di Massimo Polidoro:
Salutiamo con piacere l’arrivo di questa opera prima del trio Bagnasco, Ferrero e Mautino, colonne portanti del CICAP, che con il loro caratteristico humour, unito al rigore scientifico che li contraddistingue (incredibile come riescano a coniugare benissimo Indiana Jones e Popper!), ci regalano una vera e propria guida pratico-teorica per indagatori di misteri.
Potete trovare il seguito su Queryonline, poi precipitatevi in libreria.

giovedì 4 novembre 2010

Il punto cruciale

Qualche giorno fa, come ricorderete, il prof. Sentimento Cuorcontento aveva interrogato i suoi fedeli lettori. Quale, tra una piccola lista di strumenti facilmente acquistabili presso un rivenditore specializzato, era quello irrinunciabile e indispensabile a ogni investigatore del mystero?

Le risposte sono state svariate (incluso il ragionevole suggerimento di usare alcune bottiglie di Barbaresco per stimolare le manifestazioni mysteriose, ho fatto degli esperimenti lo scorso weekend e in effetti può funzionare), ma nessuno ha azzeccato quella giusta. Qual è?

Per scoprirlo dobbiamo aprire un interessante libro di cui forse vi ho già accennato, uscito in libreria proprio due giorni fa; affrettatevi, pare stia andando a ruba.
Stefano Bagnasco, Andrea Ferrero e Beatrice Mautino, Sulla scena del mistero. Guida scientifica all’indagine dei fenomeni inspiegabili, Milano: Sironi (2010).
Vediamo cosa si trova a pag. 61:
Non vi porterete tutti gli strumenti su cui riuscirete a mettere le mani, ma solo quelli necessari per controllare le ipotesi che avete fatto. Per esempio, il contatore Geiger no, a meno che per qualche ragione la vostra ipotesi implichi in qualche modo una sorgente radioattiva.
Potete però essere sicuri che il contatore Geiger sarà nelle mani dell’indagatore della domenica, il quale si distingue proprio per la tendenza a prendere in considerazione contemporaneamente ogni ipotesi, anche le più strampalate, senza di fatto metterne alla prova nessuna. L’indagatore della domenica misurerà un po’ il livello delle radiazioni, poi si occuperà delle energie sottili usando un dispositivo costruito da suo cugino nel garage che, alla bisogna, può servire anche a far partire l’auto in panne; raccoglierà campioni a casaccio e farà domande a chiunque si aggiri per il campo chiedendo colore e modello dell’astronave che è atterrata lì la sera prima.
Aha! Insomma, la risposta giusta è che nessuno strumento è sempre indispensabile. Di volta in volta bisogna procurarsi quello necessario a mettere alla prova la nostra ipotesi di lavoro, tutto il resto vi fa solo sembrare Totò quando scende dal treno a Milano. Il punto cruciale del metodo scientifico e, tutto sommato, del libro è proprio verificare le ipotesi, che distingue l'investigatore scientifico da quello della domenica (o, nel caso di Giacobbo, del mercoledì sera). Le cose come Voyager son zeppe di ipotesi fino a traboccare, ma fateci caso: mai che si provi a verificarne una, hai visto mai che il mystero non è più mysterioso.

Ora, il prof. S.C. è notoriamente saccente, ma si rende conto che questo trucchetto della domanda senza la risposta giusta è un po' troppo cheap; ha quindi deciso di ricorrere a un diabolico stratagemma. Il nostro amico Sergio della Sala cita sull'ultimo “Almanacco di Scienza” di MicroMega uno studio nel quale gli autori
...hanno dimostrato come la semplice aggiunta di un'immagine irrilevante del cervello renda un argomento più accettabile, e le persone lo ritengano più plausibile di quando lo stesso argomento viene proposto senza l'immagine del cervello (irrilevante ai fini dell'argomento stesso).
Per esempio, in un esperimento lo stesso articolo scientifico (fasullo) intitolato “Watching TV is Related to Math Ability” è stato sottoposto a un gruppo di studenti; per alcuni l'articolo era accompagnato da un semplice grafico a barre, per altri da un'immagine del cervello con evidenziate alcune zone attive. Il secondo gruppo ha considerato sensato il ragionamento esposto nell'articolo molto più del primo:


David P. McCabe e Alan D. Castel, “Seeing is believing: The effect of brain images on judgments of scientific reasoning”, Cognition 107:343–352 (2008)
L'immagine del cervello che trovate in cima al post è proprio una di quelle usate dagli autori.