Il prof. Sentimento Cuorcontento è di nuovo in partenza: questa volta per Trieste, dove insieme con Massimo Polidoro, Paolo Attivissimo e Lorenzo Montali parteciperà ad una sessione tematica dal titolo Bufale e Complotti del Master in Comunicazione della Scienza della SISSA.
A tra qualche giorno!
mercoledì 28 gennaio 2009
martedì 27 gennaio 2009
Mistagogo e ierofante
Il comodino del prof. Sentimento Cuorcontento trabocca dei libri più improbabili. Quello che sto leggendo adesso non è male: Piero Janni, già ordinario di Letteratura Greca all'Università di Macerata, si propone di smontare "luoghi comuni, leggende, errori sui Greci e sui Romani". E si propone di farlo, come scrive nell'introduzione, in un modo accessibile a tutti:
Un'avvertenza è necessaria. Questo libro si rivolge al lettore non specialista e si sforza di usare un linguaggio intelligibile, contro l'uso di molti odierni autori sull'Antichità (e fossero solo loro!) di scegliere, fra due modi possibili per dire la stessa cosa, sempre il più complicato o almeno il più lontano dalla lingua comune, dall'uso italiano quale si è formato nella sua stori e quale ha servito benissimo a secoli di prosa scientifica, dalla fisica e biologia del Galileo e dei galileiani alla filologia di Giorgio Pasquali e Concetto Marchesi.Non cominciamo benissimo, vero? Non tentate di leggere senza prendere fiato più o meno arrivati a "complicato". Come si poteva temere, il lodevole proposito viene meno già a pag. 80, dove gli scappa
L'Atlantide si affaccia anche nell'opera del mistagogo e ierofante dell'ultradestra esoterica italiana e non solo italiana, Julius Evola, anche per il quale pare che si debba usare ora la curiosa immagine dello "sdoganamento".Non vorrei darvi l'impressione sbagliata: il libro è interessante e, alla fine, il linguaggio forbito e un po' all'antica di Janni è piacevole (o almeno, è un piacevole contrasto dopo certe letture). Ho già imparato che Eolo, signore dei venti, non era in realtà un dio, mentre al contrario era una dea la "maga" Circe. Insomma, consigliabile.
P. Janni. Miti e falsi miti. Luoghi comuni, leggende, errori sui Greci e sui Romani. Bari: Dedalo (2004).
domenica 25 gennaio 2009
Il dr. Kiki e il conflitto di interessi
Qualche giorno fa, alla fine di un post su una roba chiamata "biodinamica craniosacrale", citavo di sfuggita due meta-analisi appena pubblicate dalla Cochrane Collaboration sull'agopuntura, di cui rimetto qui sotto i riferimenti per comodità (il secondo è in realtà un aggiornamento di un lavoro pubblicato nel 2001).
Ora, vagando per la blogsfera il prof. Sentimento Cuorcontento si è imbattuto in un post su SkepticBlog (altro suggerimento di lettura: ci scrivono, tra gli altri Michael Shermer di Skeptic e Phil Plait "the Bad Astronomer", che è anche il nuovo presidente della James Randi Educational Foundation). La foto qui accanto raffigura le pregevoli fattezze di Kirsten Sanford Ph.D. "dr. Kiki", autrice del post in questione, in base al principio che le foto di giovani donne attraenti in copertina attirano l'interesse, anche se pare non aumentino granchè le vendite delle riviste (vedremo se domani Google Analytics mi darà ragione).
Un commento che però il prof. Sentimento Cuorcontento aggiungerebbe è che questo attaccarsi ad ogni dettaglio, per quanto lodevole, può forse sembrare perfino eccessivo e dare l'impressione di non voler accettare niente a nessun costo. Che ne pensate? A me fa venire in mente una ricerca pubblicata qualche anno fa da una istituzione dichiaratamente vicina alla Chiesa (non ricordo quale, mettete che fosse l'Università Cattolica del Sacro Cuore, per dire) che trionfalmente annunciava che il lattice dei profilattici può causare reazioni allergiche...
Linde K, Allais G, Brinkhaus B, Manheimer E, Vickers A, White AR. "Acupuncture for tension-type headache" Cochrane Database of Systematic Reviews 2009, Issue 1. Art. No.: CD007587. DOI: 10.1002/14651858.CD007587. Online qui.Come faceva notare Gianni nei commenti, il risultato dei due studi è che l'agopuntura sembra funzionare, almeno un po' e per lo meno per i malanni presi in esame (due variazioni sul tema del mal di testa), e che in effetti non ci sono ragioni fondamentali per dubitare di questo risultato. Intendo dire, non viola il secondo principio della termodinamica o cose così.
Linde K, Allais G, Brinkhaus B, Manheimer E, Vickers A, White AR. "Acupuncture for migraine prophylaxis" Cochrane Database of Systematic Reviews 2009, Issue 1. Art. No.: CD001218. DOI: 10.1002/14651858.CD001218.pub2. Online qui.
Ora, vagando per la blogsfera il prof. Sentimento Cuorcontento si è imbattuto in un post su SkepticBlog (altro suggerimento di lettura: ci scrivono, tra gli altri Michael Shermer di Skeptic e Phil Plait "the Bad Astronomer", che è anche il nuovo presidente della James Randi Educational Foundation). La foto qui accanto raffigura le pregevoli fattezze di Kirsten Sanford Ph.D. "dr. Kiki", autrice del post in questione, in base al principio che le foto di giovani donne attraenti in copertina attirano l'interesse, anche se pare non aumentino granchè le vendite delle riviste (vedremo se domani Google Analytics mi darà ragione).
T. Reichert, "Do Sexy Cover Models Increase Magazine Sales? Investigating the Effects of Sexual Response on Magazine Interest and Purchase Intention" Journal of Promotion Management 11:113-130 (2006) DOI: 10.1300/J057v11n02_08Tornando a noi, il dr. Kiki ha letto con attenzione le review e si è accorta che gli autori non sono necessariamente imparziali. Negli articoli medici è usanza dichiarare i possibili conflitti di interessi degli autori; ad esempio, in una review di un farmaco gli autori dovrebbero dichiarare se, ad esempio, il loro stipendio è pagato dalla casa produttrice del farmaco stesso. Ecco quello che è dichiarato negli studi in questione:
This review includes trials in which some of the reviewers were involved, as follows: Allais 2002 - Gianni Allais; Jena 2008 - Benno Brinkhaus; Linde K 2005 - Benno Brinkhaus and Klaus Linde; Streng 2006 - Klaus Linde; and Vickers 2004 - Andrew Vickers. These trials were reviewed by at least two other members of the review team. Gianni Allais, Benno Brinkhaus and Adrian White use acupuncture in their clinical work. Gianni Allais receives fees for teaching acupuncture in private schools. Klaus Linde has received travel reimbursement and, in two cases, fees from acupuncture societies (British, German and Spanish Medical Acupuncture Societies; Society of Acupuncture Research) for speaking about research at conferences. Eric Manheimer and Andrew Vickers both received an honorarium for preparing and delivering presentations on acupuncture research at the 2007 meeting of the Society for Acupuncture Research. Adrian White is employed by the British Medical Acupuncture Society as journal editor and has received fees and travel reimbursements for lecturing on acupuncture on several occasions. Benno Brinkhaus has received travel reimbursement and fees for presenting research findings at meetings of acupuncture societies (British, German and Spanish Medical Acupuncture Societies).Insomma, agopuntori (o agopungitori? nah.) professionisti. Probabilmente è inevitabile che la ricerca sull'agopuntura la facciano gli esperti però, come fa osservare Sanford, bisognerebbe informare con più cura il pubblico. La dichiarazione riportata sopra, infatti, non fa parte della versione "sintetica" dello studio pubblicamente accessibile (che, lodevolmente, include un plain language summary non tecnico per il pubblico generale), ma è nella versione completa riservata agli abbonati. Che, oltre al pubblico generico, difficilmente un giornalista leggerà.
Un commento che però il prof. Sentimento Cuorcontento aggiungerebbe è che questo attaccarsi ad ogni dettaglio, per quanto lodevole, può forse sembrare perfino eccessivo e dare l'impressione di non voler accettare niente a nessun costo. Che ne pensate? A me fa venire in mente una ricerca pubblicata qualche anno fa da una istituzione dichiaratamente vicina alla Chiesa (non ricordo quale, mettete che fosse l'Università Cattolica del Sacro Cuore, per dire) che trionfalmente annunciava che il lattice dei profilattici può causare reazioni allergiche...
Paroline:
letture,
pontificazioni,
pseudoscienza,
scienza
venerdì 23 gennaio 2009
Natale in casa Cuorcontento
Dovete sapere che la Sezione di Torino dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, dove il prof. Sentimento Cuorcontento passa molto del suo tempo libero, è un centro di calcolo di Tier-2 per l'esperimento ALICE ad LHC (sì, quello che si è rotto). Non avete capito un tubo? Non importa, ne riparleremo. Per ora basti sapere che abbiamo un bel mucchio di computer per analizzare i dati prodotti al CERN, e ieri ce ne hanno consegnato una nuova vagonata, quindi qui c'erano più pacchetti che a Natale.
Volete vedere che faccia hanno 320 GB (sì, trecentoventi Gigabyte) di RAM? Eccoli qui accanto, spantegati in posa provocante su un tavolo. E vedrete quando arriveranno i 100 TB (sì, Terabyte) di dischi...
Volete vedere che faccia hanno 320 GB (sì, trecentoventi Gigabyte) di RAM? Eccoli qui accanto, spantegati in posa provocante su un tavolo. E vedrete quando arriveranno i 100 TB (sì, Terabyte) di dischi...
Cliccare a pag. 51
Ogni tanto il prof. sentimento Cuorcontento compra qualche rivista di stranezze, tanto per tenersi informato sulle ultime novità. Oggi è toccato a Area di Confine, rivista di ufologia e scienze affini della prolifica Acacia Edizioni: la stessa che pubblica, insieme all'ammiraglia Hera, UFO Magazine e altre riviste di nicchia come Carp Fishing o Funghi&Tartufi.
Tralasciando i contenuti, e almeno per ora vi risparmio le foto del gatto mummificato "la cui espressione è quella di terrore", forse si può fare un appunto anche alla cura con cui le fonti (e le bozze) vengono controllate. A pag. 51, in un articolo sull'impronta lasciata dall'atterraggio di un UFO in, guarda un po', un campo di grano, si trova una foto con la seguente meravigliosa didascalia:
Tralasciando i contenuti, e almeno per ora vi risparmio le foto del gatto mummificato "la cui espressione è quella di terrore", forse si può fare un appunto anche alla cura con cui le fonti (e le bozze) vengono controllate. A pag. 51, in un articolo sull'impronta lasciata dall'atterraggio di un UFO in, guarda un po', un campo di grano, si trova una foto con la seguente meravigliosa didascalia:
Panorama della zona Est. In fondo (cliccando sull'immagine per visualizzare la versione ingrandita) è visibile una delle case adibite a deposito.Va da sè che il prof. S. C., fisico sperimentale, ha provato in tutti i modi a cliccare sulla foto. Niente da fare.
giovedì 22 gennaio 2009
Biodinamica craniosacrale
Poco fa il prof. Sentimento Cuorcontento, com'è occasionalmente sua costumanza, si è recato da Zio Pagnotta, suo fornitore abituale di pizza al taglio. Decidendo tra la Margherita e quella ai formaggi, gli è caduto l'occhio su un volantino verde intitolato CRANIOSACRALE - Metodo BIODINAMICO. Incuriosito, ha cominciato a leggere...
E poi, questa Biodinamica Craniosacrale funzionerà? Magari un po' sì, come l'agopuntura...
Nota: la seconda puntata del post di ieri è rimandata, nonostante l'accoglienza entusiastica di Bea, un po' perchè al prof. S. C., tornato a Torino, è passato l'umore filosofico, e un po' perchè quello è il tipo di post che si scrive in treno, e bisognerà aspettare il prossimo viaggio.
Nella Biodinamica Craniosacrale il lavoro è largamente percettivo: l'essenza stessa della pratica è l'arte dell'ascolto intelligente e intuitivo, con il quale si cerca di mettersi in contatto con la forza biodinamica sottostante ad ogni funzione dell'organismo per riattivarla e risvegliarla. [...] Una delle caratteristiche principali del Respiro della Vita è infatti l'infallibilità, poichè esso nasce dalla scintilla divina che dà forma e funzione all'essere umano.Francamente, non ci si capisce niente. Cosa sarà? Ad occhio e croce una specie di meditazione, o forse un tipo di ginnastica? Una breve ricerca con Google mentre mangiavo la pizza (Margherita) ha rivelato che esiste una "Associazione Italiana di Biodinamica Craniosacrale". Sentite di cosa si tratta:
Le origini del Metodo Craniosacrale risalgono al 1901, anno in cui William G. Sutherland si rese conto che le ossa del cranio sono soggette a movimenti.Ossia, dopo la Riflessologia Plantare, la Chiropratica, l'Osteopatia e l'Iridologia, questi palpano le ossa del cranio. Magari è una cosa seria, ma cosa verrà poi? Posso fare delle proposte?
Per circa cinquant’anni egli imparò a sentire il movimento delle ossa craniali, a percepire l’effetto su tutto il corpo di movimenti irregolari e ad aiutare a ristabilire l’armonia nel corpo attraverso la correzione di tali irregolarità di movimento sia nelle ossa che nelle membrane.
La sua esperienza rivelò anche che, alterando le relazioni e la pressione in quello che egli definì il Sistema Respiratorio Primario, ne risultavano effetti positivi sul sistema nervoso e sull’intero organismo.
Poi, sei anni prima di morire, ebbe una seconda intuizione: sentì che c’era una forza che creava la correzione dall’interno del corpo del cliente senza alcun intervento esterno da parte sua.
E poi, questa Biodinamica Craniosacrale funzionerà? Magari un po' sì, come l'agopuntura...
Linde K, Allais G, Brinkhaus B, Manheimer E, Vickers A, White AR. "Acupuncture for tension-type headache" Cochrane Database of Systematic Reviews 2009, Issue 1. Art. No.: CD007587. DOI: 10.1002/14651858.CD007587. Online qui.
Linde K, Allais G, Brinkhaus B, Manheimer E, Vickers A, White AR. "Acupuncture for migraine prophylaxis" Cochrane Database of Systematic Reviews 2009, Issue 1. Art. No.: CD001218. DOI: 10.1002/14651858.CD001218.pub2. Online qui.
Nota: la seconda puntata del post di ieri è rimandata, nonostante l'accoglienza entusiastica di Bea, un po' perchè al prof. S. C., tornato a Torino, è passato l'umore filosofico, e un po' perchè quello è il tipo di post che si scrive in treno, e bisognerà aspettare il prossimo viaggio.
mercoledì 21 gennaio 2009
Tortellini e paradigmi
Oggi il prof. Sentimento Cuorcontento è a Bologna per una riunione; nella dotta (e grassa) patria della più antica università del mondo (e dei tortellini) si sente di umore filosofico. Quindi, mettetevi comodi per due o tre puntate: pontifico un po’ e vi rifilo qualche dritta per interessanti, se non semplicissime, letture (e un ascolto).
Dovete sapere che Il Mulino ha appena tradotto e pubblicato un piccolo saggio di Thomas S. Kuhn del 1987, con una presentazione della mia amica Paola Dessì. E chi è questo Kuhn, dirà magari qualcuno.
Facciamo un passo indietro. Quando uno scettico vuole bollare qualcosa come “pseudoscientifico”, definitivamente e senza possibilità di redenzione, dice talvolta che è infalsificabile; tutti, o quasi, sanno che il concetto risale al filosofo Karl Popper. Nel riflettere sul “problema della demarcazione”, cioè dovendo trovare un criterio per decidere se una teoria sia o no scientifica, sir Karl negli anni trenta trovò l’ingegnosa soluzione secondo la quale un’affermazione ha legittimamente il suo posto nella scienza non se è verificabile, ma se è falsificabile. In altre parole, deve essere possibile trovare un esperimento o un’osservazione che ne possano dimostrare l’eventuale falsità, perché (data l’infinita variabilità della natura) non potrò mai dire di averla verificata in tutte le possibili situazioni. Ingegnoso, ma forse un po’ troppo semplice.
Prendendo Popper alla lettera, infatti, lo scienziato dovrebbe passare le sue giornate a “sfidare” le sue teorie, mettendole alla prova per cercarne i punti deboli: ma quando mai? Ci si rese rapidamente conto che il criterio della falsificabilità poteva essere un eccellente criterio logico, ma non descriveva per niente bene il funzionamento del progresso scientifico.
Nel 1962 Thomas Kuhn, storico e filosofo della scienza, pubblicò un libro ancora oggi considerato tra i più influenti nella filosofia della scienza del XX secolo, dall’agile titolo The Structure of Scientific Revolutions.
Dopo un po’, dice Kuhn, si arriva ad un periodo di crisi. L’insieme delle teorie dominanti, che (semplificando un po') costituisce il paradigma all’interno del quale gli scienziati operano e che usano per descrivere la natura, non è più soddisfacente. A questo punto qualcuno ha un’idea risolutiva e rivoluzionaria, che cambia completamente il quadro di riferimento: è nato un nuovo paradigma. Pensate alla rivoluzione Copernicana, o all’avvento della meccanica quantistica.
Il punto, fa notare Kuhn, è che il paradigma vecchio e quello nuovo sono incommensurabili: non si può arrivare da uno all’altro per piccoli e graduali aggiustamenti, si tratta di una vera e propria rivoluzione. Esistono un modo A e un modo B per descrivere il mondo, ma in mezzo non c’è niente che abbia senso.
Le tesi di Kuhn furono fin da subito oggetto di forti critiche, sia “tecniche” (sul concetto di incommensurabilità) sia perché l'idea di paradigma rovinava la visione un po’ mitica della scienza come un continuo miglioramento ed incremento. Non solo: gli scienziati perdevano un po’ della loro purezza e diventavano più simili ad esseri umani, attaccati alle loro convinzioni a volte anche contro la (moderata) evidenza del contrario. Apriti cielo. Tanto per dire, questa è attribuita all'austriaco Franz Kreuzer:
A questo punto abbiamo due teorie: una che fornisce un criterio di demarcazione facile da capire ma che descrive abbastanza male il lavoro degli scienziati, e un'altra che descrive in maniera innovativa il progredire della scienza, ma non mi aiuta se voglio capire come si distingue la pseudoscienza. Che si fa?
Dovete sapere che Il Mulino ha appena tradotto e pubblicato un piccolo saggio di Thomas S. Kuhn del 1987, con una presentazione della mia amica Paola Dessì. E chi è questo Kuhn, dirà magari qualcuno.
Thomas S. Kuhn, Le Rivoluzioni Scientifiche. Bologna: Il Mulino (2008)
Facciamo un passo indietro. Quando uno scettico vuole bollare qualcosa come “pseudoscientifico”, definitivamente e senza possibilità di redenzione, dice talvolta che è infalsificabile; tutti, o quasi, sanno che il concetto risale al filosofo Karl Popper. Nel riflettere sul “problema della demarcazione”, cioè dovendo trovare un criterio per decidere se una teoria sia o no scientifica, sir Karl negli anni trenta trovò l’ingegnosa soluzione secondo la quale un’affermazione ha legittimamente il suo posto nella scienza non se è verificabile, ma se è falsificabile. In altre parole, deve essere possibile trovare un esperimento o un’osservazione che ne possano dimostrare l’eventuale falsità, perché (data l’infinita variabilità della natura) non potrò mai dire di averla verificata in tutte le possibili situazioni. Ingegnoso, ma forse un po’ troppo semplice.
Prendendo Popper alla lettera, infatti, lo scienziato dovrebbe passare le sue giornate a “sfidare” le sue teorie, mettendole alla prova per cercarne i punti deboli: ma quando mai? Ci si rese rapidamente conto che il criterio della falsificabilità poteva essere un eccellente criterio logico, ma non descriveva per niente bene il funzionamento del progresso scientifico.
Nel 1962 Thomas Kuhn, storico e filosofo della scienza, pubblicò un libro ancora oggi considerato tra i più influenti nella filosofia della scienza del XX secolo, dall’agile titolo The Structure of Scientific Revolutions.
T. Kuhn, The Structure of Scientific Revolutions, Chicago: Chicago University Press (1962). In italiano, della II ed. La struttura delle rivoluzioni scientifiche, Torino: Einaudi (1979).Kuhn dà una descrizione del cammino della scienza diversa da quella allora corrente, che rappresentava il progredire della conoscenza scientifica come un progressivo accumulo ed affinamento. Secondo Kuhn, questo è più o meno vero in periodi di scienza normale, in cui gli scienziati affinano la teoria dominante applicandola a casi particolari, scoprendone i dettagli senza metterla seriamente in discussione e avendo, di tanto in tanto, qualche sorpresa. Queste sorprese un po’ alla volta si accumulano, e la teoria comincia a fare acqua; nessun problema, liquidiamo come poco importante qualche fenomeno curioso, aggiungiamo qualche ipotesi ad hoc per spiegarne qualcun altro e tutto continua. Fino a che…
Dopo un po’, dice Kuhn, si arriva ad un periodo di crisi. L’insieme delle teorie dominanti, che (semplificando un po') costituisce il paradigma all’interno del quale gli scienziati operano e che usano per descrivere la natura, non è più soddisfacente. A questo punto qualcuno ha un’idea risolutiva e rivoluzionaria, che cambia completamente il quadro di riferimento: è nato un nuovo paradigma. Pensate alla rivoluzione Copernicana, o all’avvento della meccanica quantistica.
Il punto, fa notare Kuhn, è che il paradigma vecchio e quello nuovo sono incommensurabili: non si può arrivare da uno all’altro per piccoli e graduali aggiustamenti, si tratta di una vera e propria rivoluzione. Esistono un modo A e un modo B per descrivere il mondo, ma in mezzo non c’è niente che abbia senso.
Le tesi di Kuhn furono fin da subito oggetto di forti critiche, sia “tecniche” (sul concetto di incommensurabilità) sia perché l'idea di paradigma rovinava la visione un po’ mitica della scienza come un continuo miglioramento ed incremento. Non solo: gli scienziati perdevano un po’ della loro purezza e diventavano più simili ad esseri umani, attaccati alle loro convinzioni a volte anche contro la (moderata) evidenza del contrario. Apriti cielo. Tanto per dire, questa è attribuita all'austriaco Franz Kreuzer:
Da lui viene l'epistemologia dei «paradigmi». Egli dice che la scienza è un patto di una mafia scientifica, che viene sostituita da quella successiva.In realtà anche Kuhn si rende conto dei problemi; come fa notare Paola Dessì nella presentazione, quasi tutto il suo lavoro successivo è mirato a migliorare e precisare la teoria e già nella seconda edizione del libro (siamo nel 1968) aggiunge un poscritto in cui precisa il concetto di paradigma e risponde ad alcune obiezioni ed accuse, tra cui quella di avere una visione "relativista" della scienza mossa anche (se ho capito giusto) dallo stesso Popper. Conclude:
Scientific knowledge, like language, is intrinsically the common property of a group or else nothing at all. To understand it we shall need to know the special characteristics of the groups that create and use it.Successivamente, Kuhn definisce sempre più il cambiamento di paradigma come un cambiamento di linguaggio: cambia il vocabolario con il quale gli scienziati descrivono la natura, ed in particolare cambia il modo nel quale le parole di questo vocabolario fanno riferimento agli oggetti. Nel piccolo saggio da cui siamo partiti, Kuhn presenta quest'ultima versione della sua tesi attraverso tre esempi: il passaggio dalla fisica aristotelica a quella newtoniana, l'interpretazione della pila di Volta e la rivoluzione quantistica. Vale la pena leggerlo, anche solo come piccola introduzione al pensiero kuhniano per non esperti.
A questo punto abbiamo due teorie: una che fornisce un criterio di demarcazione facile da capire ma che descrive abbastanza male il lavoro degli scienziati, e un'altra che descrive in maniera innovativa il progredire della scienza, ma non mi aiuta se voglio capire come si distingue la pseudoscienza. Che si fa?
Nella prossima puntata: Imre Lakatos!
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martedì 20 gennaio 2009
Disappointingly underrepresented
Ben Goldacre (l'ho già detto? Ha una rubrica imperdibile intitolata Bad Science sul Guardian, e ha scritto un bel libro con lo stesso titolo) ritiene che le pubblicità di cosmetici abbiano una grave responsabilità .
Traduco al volo dal libro, dalle parti di pag. 26: parlando di cose come i Complessi Microcellulari, il Neutrillium XY, i Tenseur Peptidique Végétal eccetera, passano il messaggio che la scienza non si occupa della delicata relazione tra teoria ed esperimento, ma è fatta di nonsense impenetrabile con equazioni, molecole, grafici, pontificazioni da parte di figure autorevoli in camice bianco. E che tutte queste cose potrebbero tranquillamente essere inventate di sana pianta per tirar su soldi.
E, soprattutto,
Traduco al volo dal libro, dalle parti di pag. 26: parlando di cose come i Complessi Microcellulari, il Neutrillium XY, i Tenseur Peptidique Végétal eccetera, passano il messaggio che la scienza non si occupa della delicata relazione tra teoria ed esperimento, ma è fatta di nonsense impenetrabile con equazioni, molecole, grafici, pontificazioni da parte di figure autorevoli in camice bianco. E che tutte queste cose potrebbero tranquillamente essere inventate di sana pianta per tirar su soldi.
E, soprattutto,
They sell the idea that science is incomprehensible, with all their might, and they sell this idea mainly to attractive young women, who are disappointingly underrepresented in science.Ecco, l'ha detto lui.
lunedì 19 gennaio 2009
Di ritorno da Padova
Come forse qualcuno avrà notato, il prof. Sentimento Cuorcontento è stato un po' latitante ultimamente... per varie ragioni, non ultima una trasferta a Padova questo weekend per tenere, insieme ad Andrea, la lezione introduttiva del VII Corso di Indagine Scientifica del Presunto Paranormale (nientepopodimeno!) organizzato dal CICAP.
Andrea ed io vorremmo cogliere l'occasione per ringraziare (oltre a Marino e Laura per l'impeccabile organizzazione e i fiumi di caffè) tutti gli allievi che hanno sopportato la distribuzione binomiale, la maledizione di Capo Tecumseh, l'effetto Barnes-Davis e quello Barnum-Forer, l'equazione del piede riscaldato, il mystero delle uova mummificate e lo strano caso del liquefattore di albumi, il cappello da cardinale di San Gerolamo e il presidente dell'Associazione Americana Collezionisti di Candele d'Automobile, il Tempio della Croce Fronzuta e il perizoma di pelle di foca...
Andrea ed io vorremmo cogliere l'occasione per ringraziare (oltre a Marino e Laura per l'impeccabile organizzazione e i fiumi di caffè) tutti gli allievi che hanno sopportato la distribuzione binomiale, la maledizione di Capo Tecumseh, l'effetto Barnes-Davis e quello Barnum-Forer, l'equazione del piede riscaldato, il mystero delle uova mummificate e lo strano caso del liquefattore di albumi, il cappello da cardinale di San Gerolamo e il presidente dell'Associazione Americana Collezionisti di Candele d'Automobile, il Tempio della Croce Fronzuta e il perizoma di pelle di foca...
martedì 13 gennaio 2009
Ma porc...
La notte passata a scrivere i proceedings di una conferenza, come al solito all'ultimo minuto, è sempre (sempre) immediatamente seguita da un mail in cui si annuncia che la deadline è rinviata di due settimane:
We have extended the deadline for submitting your contribution to XII Advanced Computing and Analysis Techniques in Physics Research to the January 31st, 2009. Please submit your contribution as soon as possible.Ah, e se siete nel Lazio potrete ancora sentire la viva voce del prof. S.C. su NuovaSpazioRadio domani alle 12.00 circa, subito prima di Febbre Giallorossa. Credo ci sia anche lo streaming.
lunedì 12 gennaio 2009
Settecentodiciassette a centoundici
Vi starete chiedendo, il prof. Sentimento Cuorcontento si sarà dimenticato di finire il post di mercoledì? (Beh, può darsi...) Starà aspettando di scriverlo con la Luna piena? (No, era l'altro ieri!) Si sarà magari reso conto di non sapere la risposta? (Ma scherziamo?)
Quale che sia la ragione, ecco qui la risposta che stavate aspettando: è già nel titolo del post. Vi ricordo brevemente qual era il punto.
Due articoli (questo e questo) apparsi recentemente su Clinical Neurology and Neurosurgery, cercando una correlazione tra l'insorgenza di un grave malanno e le fasi della Luna, trovano risultati opposti. Il primo trova un picco statisticamente significativo durante la Luna nuova, mentre l'altro non trova nulla: le rotture di aneurisma subaracnoidee, o come si chiamano, non dipendendono dalla fase lunare. Chi ha ragione?
La differenza cruciale tra i due studi sta nel numero di pazienti presi in esame: 111 nel primo studio, 717 nel secondo. Quello che è successo è normale nella scienza: il gruppo di Beirut (che stava cercando anche, senza trovarle, correlazioni stagionali) trova un risultato inatteso, e giustamente lo pubblica in modo che qualcuno possa verificarlo. Molto rapidamente il gruppo di Vienna ripete l'analisi con un campione molto maggiore, e l'effetto sparisce, mostrandosi per quello che probabilmente era: una fluttuazione statistica.
In effetti, guardando i grafici inclusi nei due articoli ci si accorge subito di quanta fluttuazione casuale ci sia nei dati dei libanesi, mentre la differenza relativa tra le colonne nel grafico degli austriaci è molto minore.
Incidentalmente, la classe della Luna nuova è in quest'ultimo caso quella meno numerosa, cioè l'opposto esatto dell'effetto trovato dall'altro gruppo.
Insomma, niente di strano, salvo forse l'andare a cercare di verificare improbabili effetti lunari. Magari il gruppo di Beirut aveva proprio in mente di smontare una credenza diffusa, secondo uno studio, tra il 64% dei medici e l'80% del personale infermieristico dei reparti emergenza, e si è trovato davanti un risultato inatteso. Cosa potevano fare, insabbiarlo?
D'altronde avevano ben chiaro che il campione era piccolino e che successivi approfondimenti avrebbero probabilmente smentito il loro risultato:
Quale che sia la ragione, ecco qui la risposta che stavate aspettando: è già nel titolo del post. Vi ricordo brevemente qual era il punto.
Due articoli (questo e questo) apparsi recentemente su Clinical Neurology and Neurosurgery, cercando una correlazione tra l'insorgenza di un grave malanno e le fasi della Luna, trovano risultati opposti. Il primo trova un picco statisticamente significativo durante la Luna nuova, mentre l'altro non trova nulla: le rotture di aneurisma subaracnoidee, o come si chiamano, non dipendendono dalla fase lunare. Chi ha ragione?
La differenza cruciale tra i due studi sta nel numero di pazienti presi in esame: 111 nel primo studio, 717 nel secondo. Quello che è successo è normale nella scienza: il gruppo di Beirut (che stava cercando anche, senza trovarle, correlazioni stagionali) trova un risultato inatteso, e giustamente lo pubblica in modo che qualcuno possa verificarlo. Molto rapidamente il gruppo di Vienna ripete l'analisi con un campione molto maggiore, e l'effetto sparisce, mostrandosi per quello che probabilmente era: una fluttuazione statistica.
In effetti, guardando i grafici inclusi nei due articoli ci si accorge subito di quanta fluttuazione casuale ci sia nei dati dei libanesi, mentre la differenza relativa tra le colonne nel grafico degli austriaci è molto minore.
Incidentalmente, la classe della Luna nuova è in quest'ultimo caso quella meno numerosa, cioè l'opposto esatto dell'effetto trovato dall'altro gruppo.
Insomma, niente di strano, salvo forse l'andare a cercare di verificare improbabili effetti lunari. Magari il gruppo di Beirut aveva proprio in mente di smontare una credenza diffusa, secondo uno studio, tra il 64% dei medici e l'80% del personale infermieristico dei reparti emergenza, e si è trovato davanti un risultato inatteso. Cosa potevano fare, insabbiarlo?
D. F. Danzl, "Lunacy" J. Emerg. Med. 5:91-95 (1987)
D'altronde avevano ben chiaro che il campione era piccolino e che successivi approfondimenti avrebbero probabilmente smentito il loro risultato:
Therefore, it is possible that our findings [...] may not be reproduced in larger prospective, population-based studies.e, nelle conclusioni
Larger prospective studies may be required to confirm our findings.Mi sembra perciò un po' acida la conclusione del gruppo di Vienna:
Therefore, we suggest that this study aids in ending scientific research on the full moon's influence on patient's health.
Paroline:
luna,
mysteri,
pontificazioni
domenica 11 gennaio 2009
Un'altra radio ancora
Ancora un'occasione da non perdere per i fans del prof. Sentimento Cuorcontento: domani (lunedì 12) alle 9.20 circa, su Radio Bruno. Frequenze e copertura qui.
Paroline:
appuntamenti,
astrologia,
cronaca
giovedì 8 gennaio 2009
Di nuovo alla radio
Un'altra preziosa occasione per ascoltare la voce del prof. Sentimento Cuorcontento.
Domani i ragazzi di Radio Zai.Net intervisteranno il prof. S. C., sempre sulle bufale di astrologi e veggenti per il 2008.
L'intervista dovrebbe andare in onda martedì prossimo, 13 gennaio. Sintonizzatevi su una delle radio partner (la lista è qui) credo verso le 15.00, oppure potete ascoltarla via web qui: ulteriori dettagli appena disponibili.
Ah, il seguito del post di ieri è rimandato a domani, dato che sono preda di un feroce attacco da parte della Madre di tutti i Raffreddori...
Domani i ragazzi di Radio Zai.Net intervisteranno il prof. S. C., sempre sulle bufale di astrologi e veggenti per il 2008.
L'intervista dovrebbe andare in onda martedì prossimo, 13 gennaio. Sintonizzatevi su una delle radio partner (la lista è qui) credo verso le 15.00, oppure potete ascoltarla via web qui: ulteriori dettagli appena disponibili.
Ah, il seguito del post di ieri è rimandato a domani, dato che sono preda di un feroce attacco da parte della Madre di tutti i Raffreddori...
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mercoledì 7 gennaio 2009
Ancora la Luna
Il prof. Sentimento Cuorcontento è alle prese con alcuni milioni di email accumulati durante le vacanze (la sua definizione di "vacanza" è "un posto senza connessione di rete"); però spalando nell'Inbox ha trovato una segnalazione interessante.
Abbiamo già parlato di una possibile influenza della Luna sul numero di nascite (qui e qui), e ci sono numerosi altri effetti, reali o supposti (dalla crescita dei capelli all'imbottigliamento del vino), ma ne ho scoperta una di cui non avevo mai sentito parlare. Secondo gli autori viennesi di un articolo in corso di stampa su Clinical Neurology and Neurosurgery, persino alcuni medici ed infermiere sarebbero convinti che la fase lunare possa influenzare l'incidenza di particolari patologie, in particolare di una roba sinistra chiamata "aneurysmal subarachnoid haemorrage": immagino che in italiano sia qualcosa come "emorragia aneurismica subaracnoidea" (se c'è un medico in sala, per cortesia eventualmente corregga e spieghi al prof. S. C. di cosa si tratta esattamente: l'unica certezza credo sia che i ragni non c'entrano. Almeno, spero.)
In effetti tutto va come ci si potrebbe aspettare: non si trova nessuna correlazione. Adoro gli abstract delle riviste mediche, perchè sono molto più schematici e formalizzati rispetto a quelle di fisica. Viene quasi voglia di non leggere neanche l'articolo, tanto è chiaro il riassunto:
Insomma, un altro effetto lunare che in realtà non esiste.
Leggendo davvero l'articolo, però, la storia si fa più interessante. Poco tempo prima, sulla stessa rivista, un team di neurochirurghi di Beirut aveva pubblicato un articolo dal titolo quasi identico
La risposta si trova subito leggendo con un po' di attenzione i due abstract. Per chi non ha voglia di provarci, domani la conclusione.
Abbiamo già parlato di una possibile influenza della Luna sul numero di nascite (qui e qui), e ci sono numerosi altri effetti, reali o supposti (dalla crescita dei capelli all'imbottigliamento del vino), ma ne ho scoperta una di cui non avevo mai sentito parlare. Secondo gli autori viennesi di un articolo in corso di stampa su Clinical Neurology and Neurosurgery, persino alcuni medici ed infermiere sarebbero convinti che la fase lunare possa influenzare l'incidenza di particolari patologie, in particolare di una roba sinistra chiamata "aneurysmal subarachnoid haemorrage": immagino che in italiano sia qualcosa come "emorragia aneurismica subaracnoidea" (se c'è un medico in sala, per cortesia eventualmente corregga e spieghi al prof. S. C. di cosa si tratta esattamente: l'unica certezza credo sia che i ragni non c'entrano. Almeno, spero.)
D. Lahner et al. "Impact of the lunar cycle on the incidence of aneurysmal subarachnoid haemorrhage: Myth or reality? Clin. Neurol. Neurosurg doi:10.1016/j.clineuro.2008.11.009 (2008). Online dal 20 dicembre 2008 su ScienceDirect.Il ragionamento sarebbe lo stesso spesso tirato in ballo per giustificare altre influenze lunari, e a volte perfino l'astrologia: l'attrazione gravitazionale della Luna sposta milioni di tonnellate d'acqua producendo le maree, il corpo umano è formato per il 60% da acqua; da qui a sostenere che effetti simili a quelli di marea influenza abbiano effetti fisiologici il passo è breve, ma sbagliato. Gli effetti gravitazionali sono macroscopici quando sono macroscopiche le masse in gioco (i milioni di tonnellate d'acqua), ma sulla scala di un corpo umano sono impercettibili.
In effetti tutto va come ci si potrebbe aspettare: non si trova nessuna correlazione. Adoro gli abstract delle riviste mediche, perchè sono molto più schematici e formalizzati rispetto a quelle di fisica. Viene quasi voglia di non leggere neanche l'articolo, tanto è chiaro il riassunto:
Objective: To investigate the impact of the lunar cycle on the incidence of aneurysmal subarachnoid haemorrhages.
Methods: We retrospectively identified all patients admitted to the department of neurosurgery during 1992 and 2004 suffering from aneurysmal subarachnoid haemorrhage. The onset of bleeding was compared with the lunar phase.
Results: We did not observe any significant impact of the lunar cycle on the incidence of aneurysmal subarachnoid haemorrhage in 717 consecutive patients (p = 0.84).
Conclusion: The impact of the lunar cycle on aneurysmal subarachnoid haemorrhage is a myth rather than reality.
Insomma, un altro effetto lunare che in realtà non esiste.
Leggendo davvero l'articolo, però, la storia si fa più interessante. Poco tempo prima, sulla stessa rivista, un team di neurochirurghi di Beirut aveva pubblicato un articolo dal titolo quasi identico
Y. Ali et al. "Impact of the lunar cycle on the incidence of intracranial aneurysm rupture: Myth or reality?" Clin. Neurol. Neurosurg. 110:462–465 (2008). Online su ScienceDirect.in cui si arrivava a conclusioni diametralmente opposte:
Objective: To analyze the impact of the lunar cycle and season on the incidence of aneurysmal subarachnoid hemorrhage (SAH).Ossia, con la Luna piena ci sono più casi di questo particolare tipo di emorragia che con le altre fasi lunari. Chi ha ragione, i libanesi o gli austriaci? Cos'è successo?
Patients and methods: The medical records of 111 patients who were admitted over a 5-year period to our department because of aneurysmal SAH were retrospectively reviewed. The date of aneurysm rupture was matched with the corresponding season and moon phase.
Results: An incidence peak for aneurysm rupture (28 patients) was seen during the phase of new moon, which was statistically significant (p < 0.001). In contrast, no seasonal variation in the incidence of SAH was observed.
Conclusion: The lunar cycle seems to affect the incidence of intracranial aneurysm rupture, with the new moon being associated with an increased risk of aneurysmal SAH.
La risposta si trova subito leggendo con un po' di attenzione i due abstract. Per chi non ha voglia di provarci, domani la conclusione.
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