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lunedì 25 maggio 2009

Probasti la mostra?

Il prof. Sentimento Cuorcontento si trova in questi giorni al CERN per fare penitenza dopo i lussi sibaritici di Serralunga d'Alba e Palau.

Probabilmente tutti sanno che è da poco uscito il filmone tratto dall'über-bestseller di Dan Brown Angeli & Demoni, in parte ambientato al CERN. O meglio, ambientato in un CERN che non esiste, carico di denaro al punto da potersi permettere uno spazioplano X-33 che permette a Langdon, il protagonista, di volare da New York a Ginevra in (mi pare) due ore: meno di quanto ci mette il prof. S.C. da Torino con il suo scassato ben collaudato Renault Kangoo. Il film devo ancora vederlo, mi dicono che non è male. Il libro è rimasto famoso per non aver azzeccato neanche una frase in italiano, da «Probasti il museo?» al leggendario «spazzare di cappella».

Ricordate tutta la pubblicità con la storia del buco nero che avrebbe divorato la terra all'accensione di LHC, che ne aveva parlato pure la divagatrice? Poi si è rotto e non è stato ancora riacceso (LHC, non il buco nero): quindi non siamo fuori pericolo, sia chiaro. Però l'ufficio comunicazione del CERN ha capito il trucco e si è buttato a pesce sulla nuova occasione. Già aveva messo su qualcosa quando era uscito il libro, ma ora ha fatto le cose in grande.

Ha invitato il regista e il cast a fare un giro al CERN, organizzato una proiezione in anteprima e pbblicato una pagina web chiamata nientemeno che angelsanddemons.cern.ch, vi suggerisco di dare un'occhiata alle video interviste. Infine, per non privarsi di nulla, ha messo su una piccola ma curata mostra al Globe de l'Innovation, che ho fatto un salto a guardare in un buco tra due riunioni.

Il Globe è un ex-padiglione di una esposizione tenuta a (mi pare) Losanna che il governo svizzero ha rifilato al CERN con la scusa di regalarglielo in occasione del cinquantenario ed è ora usato per iniziative varie. Qui accanto un paio di foto della mostra (cliccate per ingrandirle), una delle quali è una trasparente scusa per ritrarre la ragazza bionda.

La mostra è per lo più fatta di pannelli con foto e filmati, ma ci sono anche due "trappole" per antimateria: una è quella "portatile" usata nel film come bomba per far saltare il Vaticano, l'altra è un modellino di una vera trappola magnetica. Il bello è come hanno fatto a rappresentare le particelle di antimateria: sono spore di licopodio, nientemeno, con una leggera carica elettrica per tenerle sospese nel tubetto, illuminate con un laser verde. Quasi meglio dell'antimateria.

2 commenti:

Mariano Tomatis ha detto...

Quando faceva il mangiafuoco, mio cugino Vittorio mangiava e poi sputava il licopodio sulla fiamma di una torcia. Funzionava meglio della benzina perché era commestibile. Trattandosi di un lassativo, però, è facile intuire dove trascorresse il tempo dopo ogni show.

Stefano Bagnasco ha detto...

Che s'ha da fa' pe' campa'... ma hai un cugino mangiafuoco?

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