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venerdì 30 aprile 2010

La Guinness fa bene ai fisici

Qualche tempo fa il prof. Sentimento Cuorcontento stava frugando in alcuni vecchi numeri di New Scientist, cercando chissà cosa (francamente, non mi ricordo). Adesso dai faldoni del mio archivio è emerso un reperto di grande interesse. Guardate cosa ho trovato nel numero del 22 maggio 1958, proprio nella pagina del sommario (cliccate per ingrandire, ne vale la pena).

Via le pubblicità della strumentazione per alto vuoto, si aggrappino i produttori di elettronica digitale: quello che serve ai fisici è la birra, e quella buona.

Non posso che riportare semplicemente il testo dell'inserzione:
Il has been suggested that most physics (nuclear or otherwise - especially otherwise) would be unnecessary if Guinness were taken regularly.
Ecco, appunto.

martedì 27 aprile 2010

La Sindone in edicola

Un rapidissimo post da parte dell'ultraimpegnato prof. S.C. per segnalare che è in edicola, insieme a MicroMega, un fascicolo monografico intitolato schiettamente L'inganno della Sindone.
Ci sono articoli di molti amici: l'impenitente Piergiorgio Odifreddi (che non poteva farsi sfuggire una simile occasione), Gigi Garlaschelli (che ha nel suo laboratorio segreto la grande Machina per Fabricare le Sindoni), Antonio Lombatti (che sa assolutamente tutto, ma proprio tutto, sulla storia del telo e ha anche scritto un libro fondamentale ma introvabile), Gian Marco Rinaldi (che ha pizzicato Dmitry Kouznetsov con le mani nel sacco), Andrea Nicolotti (che per Dietro il Codice da Vinci aveva fatto le pulci all'idea che Dan Brown ha di Maria Maddalena) e tanti altri.

Quattordici euro sonanti, ma avete poi anche MicroMega da leggere.

mercoledì 21 aprile 2010

Tre piccioni a Frascati - terza e ultima puntata

Ultima puntata; qui e qui le prime due. Dove eravamo rimasti?
Ah, sì: dicevamo dell'esperimento. A questo punto viene la parte interessante, e cioè provare a progettare un esperimento insieme con chi ascolta (i ragazzi di una classe, per esempio).

Ma un esperimento come Dio comanda non si fa semplicemente prendendo un oroscopo e guardando se è giusto o sbagliato. Giusto per dirne una, nessun astrologo (o quasi) sosterrà mai di indovinare perfettamente nel 100% dei casi. E, naturalmente, anche un non-astrologo, tirando a indovinare, di tanto in tanto avrà dei risultati giusti. Come faccio a distinguere?
Insomma, il punto cruciale qui è che abbiamo un'occasione d'oro per raccontare come uno scienziato sperimentale (ma non solo) lavora, acchiappando finalmente il terzo piccione e facendo grande economia di fave.
Si possono affrontare questioni che vanno dal filosofico hard-core («ma se anche un esperimento e' fallito, chi mi dice che il prossimo non andrà bene?» Chiedetelo a Hume...) al tecnico-statistico («per i risultati posso usare una distribuzione binomiale o devo inventarmi qualcosa di più complicato?») ai più concreti strumenti per evitare errori (il protocollo cieco, per esempio). Lascio come esercizio al lettore il progetto di un esperimento del genere. Se siete pigri, trovate qualcosa qui.


Nella fase del consolidamento, possiamo mostrare come quello che abbiamo imparato finora sia di uso perfettamente generale; si potrebbero naturalmente usare esempi tratti dalla scienza "normale", ma di solito usiamo due indaginin classiche del CICAP: Lo mistero delle uova mummificate e Lo strano caso del radiestesista (in)fallibile. Non sto a raccontarvi di cosa si tratta, ne parla la divagatrice qui.


Il resto della presentazione sono per lo più foto di varie occasioni in cui abbiamo sperimentato questo approccio, da Science on Stage al CERN nel lontano 2005 (qui accanto le schede della ttività che avevamo presentato; andate a guardare qui e godetevi un filmato imbarazzante) alla mostra-laboratorio Balle Spaziali! al festival della Scienza di Genova l'anno scorso, di cui abbiamo già parlato qui.

Se l'approccio vi piace, veniteci a trovare: i prossimi appuntamenti sono due conferenze a Bari e Trento, una mostra a Torino in occasione di ESOF2010 e poi chissà. State sintonizzati.

Dimenticavo, imperdonabilmente: tutto questo non è naturalmente solo frutto del lavoro della divagatrice e del prof. S.C., ma si basa su vent'anni di lavoro del CICAP e sul contributo di un sacco di persone: da Giorgio che ha inventato il "pirobametro" e che proprio in questi giorni lo sta restaurando a Stefano che (tra le altre cose) ha disegnato il piccione, tanto per dire solo i primi due che mi vengono in mente e offendere a morte tutti gli altri... grazie!

venerdì 16 aprile 2010

Tre piccioni a Frascati - seconda puntata

Riprendiamo il discorso di ieri. Qui sotto di nuovo la presentazione completa su SlideShare, per comodità; dimenticavo di ricordare che questa è una versione adattata della presentazione al Convegno Nazionale del CICAP di Abano Terme in ottobre (quella volta l'avevamo presentata in tandem con la divagatrice, coautore del progetto).

Come qualcuno potrebbe aver immaginato, l'esempio che abbiamo intenzione di usare è quello dell'astrologia. Nota: le slide senza la striscia rossa in alto (quella con il logo della fava) sono materiale che usiamo per le conferenze e i laboratori in pubblico e con le scuole; quelle con la striscia e la fava sono specifiche di questa presentazione.

Una buona ragione (tra le altre) è che circa metà degli italiani pensa che le stelle abbiano almeno una qualche influenza sul carattere delle persone, in modo quasi indipendente dalla categoria economico-sociale. Se capisco bene quello che dice la Doxa, questa scala abbastanza bene con il titolo di studio. Ossia, credere all’astrologia non è una cosa da ignoranti, perché ci credono (quasi) allo stesso modo tutti, dalle persone con la terza media ai laureati. Come trasformiamo un sermone sull’inanità dell'astrologia in un racconto su ‟come funziona la scienza”?


Qui dovrebbe essere la divagatrice a spiegare (il multiforme ingegno del prof. S.C. gli permette di affrontare agevolmente ogni aspetto dello scibile umano, ma un esperto è un esperto). Ci provo lo stesso, speriamo bene.

Uno dei possibili modelli per essere efficaci nella comunicazione è seguire questa specie di curva. Si parte con lo spiazzamento (la parte discendente), in cui si mettono in discussione le certezze di chi ascolta; si prosegue con la costruzione (la salita ripida) e si finisce con un consolidamento (il plateau alla fine). Qui la cosa ovvia sarebbe spiazzare dicendo «hey, l'astrologia non funziona!» ma chi viene a sentire una cosa del genere intanto si aspetta che diciamo qualcosa del genere, e in secondo luogo magari più o meno lo sa già.
Come facciamo?

In base a quello che sappiamo di come va il mondo fisico, l'astrologia non può funzionare. Non c'è nessun meccanismo noto alla scienza che vada bene. Per esempio, nella slide c'e' il valore della forza di marea esercitata dai quattro pianeti principali sul corpo di un bambino che nasce: si vede immediatamente che sono abissalmente più piccole di quelle esercitate dal corpo delle persone presenti e dunque completamente trascurabili. Che un fisico dica una cosa del genere se lo aspettano tutti, quindi spiazziamoli.


Chissenefrega se la scienza non lo capisce, anzi meglio: il mestiere dello scienziato è proprio prendere le cose inspiegate e provare a spiegarle. Bisogna però capire se vale la pena dedicare tempo, soldi e nespole a studiare qualcosa: alla fine, la prima domanda da porsi non è «come funziona l'astrologia?» ma «questa astrologia funziona o no?»

Come fa uno scienziato a rispondere a una domanda del genere? Fa un esperimento. Qui comincia la parte della "costruzione": ne parliamo alla prossima puntata.

giovedì 15 aprile 2010

Tre piccioni a Frascati

Il prof. Sentimento Cuorcontento è molto Web2.0, e quindi ha pubblicato le slide della sua presentazione a ComunicareFisica 2010 su SlideShare (togliendo una piccola parte introduttiva sul CICAP): le trovate qui. Nei prossimi due o tre post, invece, una selezione con qualche spiegazione di commento, se no non si capisce un tubo. Cominciamo.



Il ragionamento è: possiamo usare gli argomenti di cui si occupa il CICAP per parlare di scienza? Sì. Possiamo prendere non due ma tre piccioni con una fava.


Il primo piccione è, naturalmente, il debunking: dire che la bufala è una bufala, e perché.
Il secondo piccione è insegnare qualche “fatto” o “concetto” scientifico: la gravità, la conduzione del calore, una reazione chimica...
Il terzo piccione è quello più interessante: si può provare a parlare di come funziona la scienza.


Le cose di cui si occupava tradizionalmente il CICAP però non si prestano tanto: una volta che ho smascherato il medium o il sensitivo (attività certamente commendevole) la cosa finisce lì, o al massimo in tribunale. Quindi, un solo piccione ai piegatori di cucchiaini.


Altre cose forniscono una scusa per parlare di fisica (e magari per fare un figurone con le ragazze sfidando il pericolo). Camminare sui carboni ardenti mi permette di spiegare la conduzione del calore, per esempio, quindi due bei piccioni alla pirobazìa.



Ma quello che vogliamo fare è provare a spiegare la “cassetta degli attrezzi” mentale dello scienziato, che in questo contesto (gli epistemologi mi perdonino) è un gran mescolone di concetti filosofici, strumenti concettuali e trucchetti pratici che gli permettono di lavorare, pubblicare, far carriera e diventare ricco sfondato. Come? Ne parliamo domani, stay tuned.

mercoledì 14 aprile 2010

Cronache da Frascati

Il prof. Sentimento Cuorcontento aveva, sinceramente, pensato di fare un qualche genere di liveblogging, ma lo sta già facendo benissimo Gianluigi Filippelli su Science Backstage, quindi posso stare a sentire senza picchiare sui tasti del MacBook tutto il tempo (salvo per preparare le slide del mio talk...)

Comunicare Fisica

Il prof. Sentimento Cuorcontento è in partenza alla volta di Frascati, ai Laboratori Nazionali dell´INFN, per partecipare a Comunicare Fisica 2010. Dato che sto detestando scrivere cön una tåstiera svedese, ci risentiamo all´arrivo...

lunedì 12 aprile 2010

Uppsala che sedia!

Arrivato ieri al frugale ostello dove ha trovato accoglienza (l'INFN è munifico e passerebbe anche un vero albergo, ma mi spiaceva dilapidare i soldi del contribuente nelle tariffe spropositate degli alberghi svedesi, dove una topaia costa come un quattro stelle col botto in centro a Roma) la vivace curiosità del prof. Sentimento Cuorcontento è stata immediatamente attirata dal curioso cadreghino che vedete in fotografia qui accanto. Una breve conversazione con la ragazza alla reception, che ha tradotto in inglese le didascalie che vedete nella foto, ha svelato l'arcano.

Quando si dice il genio. Carl von Linné, una delle glorie accademiche di Uppsala, verso la metà del XVII secolo si era disegnato personalmente la sua plugghästen: una sedia particolarmente comoda per lavorare e studiare, e a quanto pare amava così tanto il suo trespolo da portarselo anche in aula per fare lezione.

Oggi un intraprendente svedese, seguendo l'esempio di una nota ditta del suo Paese, ha pensato bene di riprodurre la sedia con linee e materiali moderni: se volete comprarvene una, potete trovare tutte le informazioni qui. Tirando a indovinare lo svedese, direi che per 300 corone vi manda i disegni dettagliati e per 2500 corone portate a casa la sedia completa.

Naturalmente, nella più pura tradizione IKEA, la sedia arriverà smontata in una scatola piatta, anche se non si capisce se la chiavetta Brugola è inclusa.

Ah, già: Linneo è famoso anche per quella cosetta della tassonomia, avendo inventato il sistema di classificazione degli esseri viventi che, pur con molte modifiche, usiamo ancora oggi. Però quello non posso farmelo regalare per Natale, né metterci sopra il MacBook.

Scuse, sempre scuse...

Gli affezionati lettori delle pontificazioni del prof. Sentimento Cuorcontento avranno notato che da un po' il blog è aggiornato solo sporadicamente: il prof. S.C. è molto preso da diversi progetti e impegni vari (per dire, in questo momento mi trovo a Uppsala per una specie di congresso).

Quindi, abbiate pazienza e tenete duro ancora un po'.

Intanto, se vi trovate Torino, il 14 aprile (dopodomani) si inaugura la mostra L'invisibile meraviglia al Museo Regionale di Scienze Naturali; trovate la brochure qui.

La mostra fa parte delle iniziative in occasione di ESOF2010 (ne riparleremo, ci sono altre cose che bollono in pentola), e il prof. S.C. ha partecipato all'allestimento curando l'exhibit sull'imaging in medicina Guardare dentro il corpo.