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venerdì 30 aprile 2010

La Guinness fa bene ai fisici

Qualche tempo fa il prof. Sentimento Cuorcontento stava frugando in alcuni vecchi numeri di New Scientist, cercando chissà cosa (francamente, non mi ricordo). Adesso dai faldoni del mio archivio è emerso un reperto di grande interesse. Guardate cosa ho trovato nel numero del 22 maggio 1958, proprio nella pagina del sommario (cliccate per ingrandire, ne vale la pena).

Via le pubblicità della strumentazione per alto vuoto, si aggrappino i produttori di elettronica digitale: quello che serve ai fisici è la birra, e quella buona.

Non posso che riportare semplicemente il testo dell'inserzione:
Il has been suggested that most physics (nuclear or otherwise - especially otherwise) would be unnecessary if Guinness were taken regularly.
Ecco, appunto.

3 commenti:

peppe ha detto...

fantastica!

Andrea Bernagozzi ha detto...

Caro prof. Sentimento Cuorcontento,

mi sembra il caso di riportare in questa sede un aneddoto famoso. Qualcuno chiese a Niels Bohr come aveva fatto a elaborare la teoria della meccanica quantistica. Il grande fisico rispose: «Birra Carlsberg!», giocando sul fatto che l'istituto dove lavorava era finanziato dall'azienda produttrice della birra, ma anche su come i fumi dell'alcool potevano aiutare a sviluppare concetti così astrusi.

Non sono fisico teorico, cito a memoria e per di più sono astemio. Insomma, mi muovo in un terreno incognito per me. Alla blogosfera chiedo conferma e fonte (Gamow?) per verificare se effettivamente esista questo stretto legame tra birra e fisica.

Dalle mie parti si studia il cielo con i telescopi e va forte il genepy, ma quando si fa ricerca è meglio evitare perché classicamente la sua assunzione prima delle osservazioni provoca un incremento netto della scoperta di stelle doppie. Scontato, ma va detto per completezza.

Saluti, Andrea

Stefano Bagnasco ha detto...

Ciao Andrea!

Lo diceva lo stesso Boltzmann:

Mein Zahlengedächtnis, sonst erträglich fix, behält die Zahl del Biergläser stets schlecht!

S.

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