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venerdì 16 aprile 2010

Tre piccioni a Frascati - seconda puntata

Riprendiamo il discorso di ieri. Qui sotto di nuovo la presentazione completa su SlideShare, per comodità; dimenticavo di ricordare che questa è una versione adattata della presentazione al Convegno Nazionale del CICAP di Abano Terme in ottobre (quella volta l'avevamo presentata in tandem con la divagatrice, coautore del progetto).

Come qualcuno potrebbe aver immaginato, l'esempio che abbiamo intenzione di usare è quello dell'astrologia. Nota: le slide senza la striscia rossa in alto (quella con il logo della fava) sono materiale che usiamo per le conferenze e i laboratori in pubblico e con le scuole; quelle con la striscia e la fava sono specifiche di questa presentazione.

Una buona ragione (tra le altre) è che circa metà degli italiani pensa che le stelle abbiano almeno una qualche influenza sul carattere delle persone, in modo quasi indipendente dalla categoria economico-sociale. Se capisco bene quello che dice la Doxa, questa scala abbastanza bene con il titolo di studio. Ossia, credere all’astrologia non è una cosa da ignoranti, perché ci credono (quasi) allo stesso modo tutti, dalle persone con la terza media ai laureati. Come trasformiamo un sermone sull’inanità dell'astrologia in un racconto su ‟come funziona la scienza”?


Qui dovrebbe essere la divagatrice a spiegare (il multiforme ingegno del prof. S.C. gli permette di affrontare agevolmente ogni aspetto dello scibile umano, ma un esperto è un esperto). Ci provo lo stesso, speriamo bene.

Uno dei possibili modelli per essere efficaci nella comunicazione è seguire questa specie di curva. Si parte con lo spiazzamento (la parte discendente), in cui si mettono in discussione le certezze di chi ascolta; si prosegue con la costruzione (la salita ripida) e si finisce con un consolidamento (il plateau alla fine). Qui la cosa ovvia sarebbe spiazzare dicendo «hey, l'astrologia non funziona!» ma chi viene a sentire una cosa del genere intanto si aspetta che diciamo qualcosa del genere, e in secondo luogo magari più o meno lo sa già.
Come facciamo?

In base a quello che sappiamo di come va il mondo fisico, l'astrologia non può funzionare. Non c'è nessun meccanismo noto alla scienza che vada bene. Per esempio, nella slide c'e' il valore della forza di marea esercitata dai quattro pianeti principali sul corpo di un bambino che nasce: si vede immediatamente che sono abissalmente più piccole di quelle esercitate dal corpo delle persone presenti e dunque completamente trascurabili. Che un fisico dica una cosa del genere se lo aspettano tutti, quindi spiazziamoli.


Chissenefrega se la scienza non lo capisce, anzi meglio: il mestiere dello scienziato è proprio prendere le cose inspiegate e provare a spiegarle. Bisogna però capire se vale la pena dedicare tempo, soldi e nespole a studiare qualcosa: alla fine, la prima domanda da porsi non è «come funziona l'astrologia?» ma «questa astrologia funziona o no?»

Come fa uno scienziato a rispondere a una domanda del genere? Fa un esperimento. Qui comincia la parte della "costruzione": ne parliamo alla prossima puntata.

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