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venerdì 20 novembre 2009

Uccelli, baguette, bottiglie di birra e cani messicani

In questi giorni al CERN tutti si stanno preparando per l'arrivo delle prime collisioni dopo l'incidente di un anno fa. Con gli occhi di tutto il mondo puntati addosso, un piccolo guasto abbastanza stupido può avere risonanza enorme, come dimostra il recente meraviglioso caso dell'Uccello e della Baguette (non ve lo racconto di nuovo, lo hanno fatto in tanti: per esempio Marco qui, qui e qui. Probabilmente la persona che ha scritto il primo fenomenale comunicato stampa è stato chiuso nel tunnel, in attesa del fascio).

Però l'incidente ha ricordato al prof. S.C. una storia di qualche anno fa: nel tubo del fascio di LEP (il predecessore di LHC), dove teoricamente dovrebbe esserci uno dei vuoti più vuoti sulla Terra, i tecnici avevano trovato due bottiglie di birra. E poi si stupivano che gli elettroni non circolassero.
D. Butler, “Two green bottles leave physicists hanging” Nature 381:725 (1996)
La notizia era vera, tant'è che l'associazione di idee non è venuta in mente solo al prof. S.C.: guardate ad esempio qui, sul blog ufficiale di Nature.
La cosa curiosa è che proprio oggi mi raccontavano di un fisico incontrato in Giappone che ricordava l'episodio, ma come se fosse accaduto al Tevatron, l'acceleratore di Fermilab.

Una delle caratteristiche delle leggende metropolitane è quella di evolversi, adattandosi alla cultura di chi le racconta. Avete presente la storia del cagnolino messicano?
«Questa mia amica, l’anno scorso, è andata in vacanza con suo marito alle Maldive. Proprio il giorno prima di tornare a casa, hanno trovato sulla spiaggia un cagnolino mezzo affogato che, inteneriti, portano di nascosto in albergo. Dopo averlo asciugato e rifocillato (doveva avere una gran fame, a giudicare dalla voracità) la mia amica insiste per portarlo in Italia, tanto è piccolo, poverino, e poi non abbaia mai. Il marito si lascia convincere, e non vi dico la fatica per farlo passare di nascosto in aereo.
Arrivati in Italia, decidono di farlo almeno vaccinare, così lei una mattina lo porta dal veterinario. Appena vede l'animale, il dottore si infila un paio di guanti e prepara un’iniezione che pratica al cane, il quale immediatamente si accascia morto. Il veterinario, sigillando il corpo in un sacchetto di plastica sotto lo sguardo allibito della mia amica, le spiega che non era un cane, ma un pericolosissimo ratto delle Maldive, aggressivo e portatore di gravi malattie.»
Secondo la sociologa Véronique Campion-Vincent, che ha studiato la diffusione della leggenda in Francia, il cagnolino è una metafora dell'immigrato che entra clandestinamente nel paese nascondendo la sua aggressività e portando con sé un pericolo, come una malattia. In effetti, le versioni che circolano in paesi diversi rispecchiano talvolta la provenienza prevalente dell'immigrazione: negli Stati Uniti l'animale viene da Tijuana, in Messico (da cui il nome convenzionale della leggenda); in Francia dall'Africa Occidentale, dal Senegal o da Capo Verde; in Italia, spesso, dalle Filippine o dal nord Africa.

Tra i fisici sta nascendo una nuova leggenda metropolitana? Tra qualche anno sentiremo raccontare che mio cugino ha trovato una lattina di Heineken nella beam pipe di LHC?

(Grazie a Roberto per il suo amico giapponese)

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Io lo so chi ha scritto il comunicato. Lo so ma non lo dico. O meglio, non lo posso dire, se no mettono me nel tunnel :-)

P.S. pare che le bottiglie trovate dentro la cavità di LEP fossero proprio di Heineken. Concidenza la tua, o hai capacità paranormali?

Stefano Bagnasco ha detto...

Quando tra un paio di settimane vengo su ti riempio di Gamay ed estraggo il nome, devo saperlo ;-)

Avevo trovato la marca della birra leggendo in giro, non l'ho scritta nella storiella ma lì per creare mysteriose assonanze cognitive: come vedi, ha funzionato.

Anonimo ha detto...

Ah, già, la birra che "rinfresca dove le altre birre non arrivano", o qualcosa del genere, no?

Vada per il Gamay, ti aspetto!

divagatrice ha detto...

Bel post prof. Decisamente bello.

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