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mercoledì 28 luglio 2010

È in gioco la fine del mondo

Il prof. Sentimento Cuorcontento emerge brevemente dalle sue fatiche letterarie per un importante suggerimento di letture estive.

È uscito, per i tipi di Iacobelli, il nuovo libro del mio amico Mariano Tomatis, dal titolo 2012: è in gioco la fine del mondo, in cui, come ci si può aspettare, sbertuccia le varie giacobbate di cui ci siamo occupati più volte anche qui.
Se il libro lo avessi scritto io, sarebbe stato naturalmente ricco di rimandi scientifici, di spunti di riflessione, di riferimenti bibliografici stimolanti. Nel libro di Mariano tutte queste cose ci sono, ma insapettatamente ci sono in più anche un sacco di giochi!
Mariano è un illusionista, mentalista, esperto di giochi matematici (gli ultimi due libri si intitolano, non a caso, La magia della mente e La magia dei numeri, di quest'ultimo magari prima o poi parleremo) e alterna i capitoli in cui racconta il calendario dei Maya, le profezie farlocche e le castronerie astronomiche con inattesi giochi che servono proprio a capire al volo di cosa si sta parlando.

Per cui preparatevi a trovare spiegato l'astruso calendario Tzolkin per mezzo di cinque mazzi di carte, calcolare la data della fine del mondo con i dadi o capire l'inversione dei poli magnetici (una sola tra le grandi sfighe che si concentreranno intorno al 21 dicembre 2012) usando due cracker e un pennarello.

Sbrigatevi a comprarlo:
Per celebrare la festività di Ix Chel, la dea della Luna e dell'oscurità, prendi la carta in fondo al mazzo ed eliminala senza guardarla: restare all'oscuro del suo valore sarà u nmodo per offrirle simbolicamente un sacrificio. Un altro giorno è passato, e mancano sei giorni alla fine del mondo.

3 commenti:

Juhan ha detto...

Domanda forse ovvia ma importante: ma ci sono i templari? O il libro è incompleto?

Anonimo ha detto...

A quanto pare, le cavolate legate al 2012, fanno comodo pure a voi del Cicap. L'importante, insomma, è che si venda! ;)

Sergio

Mariano Tomatis ha detto...

Eh, sai com'è, caro Sergio... quando tuo papà non è direttore di banca (come nel caso di Gustavo Rol) uno è costretto a lavorare. E non so a quelli del CICAP, ma a me le cavolate del 2012 fanno molto comodo.

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