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martedì 21 aprile 2009

Venere e i terremoti

Si è già detto molto su Gioacchino Giuliani e sul metodo da lui proposto per la previsione dei terremoti, basato sulla misura della concentrazione di Radon (trovate qui la richiesta di brevetto).

Ne ha parlato ampiamente Marco Cattaneo di Le Scienze qui e nei post successivi, ad esempio, ed anche la divagatrice, qui e qui. Ha detto la sua anche Science.

Cosa rimane da aggiungere al prof. Sentimento Cuorcontento, che vuole tra l'altro evitare di dare ancora addosso al povero Giuliani?

Un dettaglio, che non ho visto commentare da nessuno ed è forse secondario, ma vale la pena chiarire. Giuliani, nell'intervista pubblicata online prima del terremoto sul blog di donnedemocratiche.com e poi ripresa da tutti i giornali:
Senza voler banalizzare, ma per semplificare i concetti, posso aggiungere anche che l’attività sismica è strettamente correlata alle fasi lunari. In particolare quest’anno, il sistema Terra-Luna, si è venuto a trovare al Perielio (Punto più vicino al Sole, in Inverno) con la Luna nello stesso periodo alla minima distanza dalla Terra, e con il Pianeta Venere allineato, in fase di Venere piena anch’essa vicina. L’attrazione gravitazionale delle masse sulla Terra hanno intensificato l’effetto marea sul nostro pianeta, rendendo gli eventi sismici più rilevanti, rispetto agli altri sciami, cui siamo stati interessati negli anni precedenti.
Uhm. Che le forze di marea generate dalla Luna e dal Sole possano influire in qualche modo sull'attività sismica non mi sembra campato in aria; non sono un geologo, ma immagino che anche una forza relativamene piccola possa ad esempio rompere una situazione di equilibrio instabile, provocando un terremoto. Dire che le due cose sono «strettamente correlate» è magari eccessivo ma pazienza, è un'intervista, chissà che ha detto veramente.

Ma Venere?

La forza gravitazionale tra due corpi puntiformi è quella data dalla legge che si studia al liceo:

F = G mM / R2

dove G è una costante, m ed M sono le masse dei due corpi ed R è la distanza tra di loro: la forza diminuisce all'aumentare della distanza. Se uno dei corpi non è puntiforme, le cose si complicano un po' e compaiono dei termini dovuti sostanzialmente alla differenza tra la forza gravitazionale sulla faccia vicina e quella sulla faccia lontana.

Il conto non è complicato ma ve lo risparmio; viene fuori che il termine principale è

F
= G mM r/R3

dove r è la dimensione del pianeta (la Terra, in questo caso). Adesso c'è una terza potenza a denominatore, il che vuol dire che la forza di marea diminuisce molto velocemente all'aumentare della distanza. Quando parlo dell'astrologia, spesso faccio questo conto per far vedere che mentre la forza di marea esercitata sul corpo di un bambino che nasce non è molto diversa da un pianeta all'altro, è completamente sovrastata da quella esercitata da oggetti molto più banali e vicini, come il corpo dell'ostetrica che lo fa nascere, e che quindi non può essere la gravità o la forza di marea a "far funzionare" l'astrologia.

Ora, Venere è più grande della Luna (la massa è quasi settanta volte tanto), ma è cento volte più lontano, anche ammettendo che sia in uno dei momenti di massimo avvicinamento alla Terra (si può calcolare la distanza dalla Terra in un momento qualunque qui).
Mettendo dentro i numeri, si vede che la forza di marea esercitata dal pianeta Venere è 26000 (ventiseimila) volte meno intensa di quella della Luna. Completamente trascurabile.

O mi sta sfuggendo qualcosa?

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Sì, ti sta sfuggendo che la forza di gravità non è lineare, ma è polarizzata e a spirale. Leggi la Fisica Unigravitazionale di Renato Palmieri e vedrai che ha previsto molte più cose degli scienziati ufficiali.

Stefano Bagnasco ha detto...

Ah, ecco. Grazie,

S.

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