...a questo punto mi dichiaro sconfitto e cerco rifugio nel bisbigliare un utile verso di Schiller.
Elegantemente detto, no?
Sul blog del prof. S.C. non si fanno recensioni vere e proprie (quelle che ci sono sono riciclate), ma ogni occasione è buona per parlare di libri. La citazione che vedete qui sopra è tratta da un libretto celebre ma che quasi nessuno, credo, ha letto davvero:
Le due culture dello scrittore ed ex-fisico inglese C. P. Snow.
Charles P. Snow, The Two Cultures and a Second Look. Cambridge University Press (1963). L'edizione di cui stiamo parlando è Le due culture, a cura di Alessandro Lanni, Venezia: Marsilio (2005)
Non offenderò la cultura dei miei lettori dicendo di quale verso si tratta (il saccente prof. S.C. ha indovinato senza andare a vedere la nota che Snow, un po' snob anche lui, premurosamente fornisce in tedesco).
Venendo al libro, che mi è capitato in mano l'altro giorno e ho finalmente letto, si capisce perchè pochi hanno seguito il mio fulgido esempio: uscito nel 1959, è ormai datato e per dirla tutta non era particolarmente profondo neanche allora. Come lo stesso Snow ammette, l'idea di un problema nella dicotomia tra cultura umanistica e cultura scientifica era nell'aria: il suo merito è principalmente quello di avere rotto il ghiaccio, suscitando un bel vespaio.
In
Le due culture: successive considerazioni del 1963 (incluso in tutte le edizioni successive) Snow fa notare come lo stesso titolo abbia suscitato un vivace dibattito:
Fin dall'inizio l'espressione "le due culture" ha suscitato qualche protesta. Sono state mosse obiezioni sulla parola "cultura"o "culture"; altre obiezioni sono state sollevate, con ragioni molto più sostanziali, per quanto concerne il numero due. Nessuno, mi pare, ha ancora avuto da ridire sull'articolo determinativo.
L'edizione che ho io, pubblicata da Reset nel 2005 in occasione del centenario della nascita di Snow, è corredata di tre saggi di Giulio Giorello (condivisibile), Giuseppe O. Longo (con cui non sono d'accordo) e Piergiorgio Odifreddi (che come al solito gigioneggia a partire dal titolo,
La guerra dei due mondi) che provano a guardare il testo dal punto di vista del 2005.
Per provare a suscitare un po' di vespaio anche io, ecco un minimo estratto del saggio di Longo (lo so, è fuori contesto), sentiamo che ne pensate:
Ci è stato detto che il 30% degli Europei ritiene che il sole giri intorno alla terra, e abbiamo gridato allo scandalo. Ma dov'è lo scandalo? Al barbiere e al camionista non importa nulla chi abbia ragione, se Tolomeo o Copernico. A ciascuno di noi è consentito avere molte nozioni sbagliate, purché possegga corrette quelle essenziali per la sua vita.