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giovedì 19 aprile 2012

Dal web alla grid e oltre

Questa volta non sarà il prof. S.C. a pontificare, anche se forse introdurrò la serata come moderatore. A maggior ragione, quindi, vi invito per lunedì 23 aprile alle 21.00 al Circolo dei lettori in via Bogino. Il libro di cui si parla è piuttosto tecnico e non pretendo che lo leggiate se non siete specialisti, ma la chiacchierata di Federico è rivolta a un pubblico generico (e di cose interessanti da raccontare ce ne sono).

Brun, René; Carminati, Federico; Galli Carminati, Giuliana (Eds.) From the Web to the Grid and Beyond. Computing Paradigms Driven by High-Energy Physics. Springer (2012)

Reti di computer, reti di dati, reti di persone

Conferenza - presentazione del libro
Dal Web alla Grid e oltre: nuovi paradigmi del calcolo dalla Fisica delle Particelle

I fisici hanno sempre avuto bisogno delle tecnologie più all’avanguardia per le loro ricerche; spesso, quando non erano disponibili, le hanno sviluppate direttamente. Il Web è una di queste: nato al CERN per condividere dati e informazioni, oggi milioni di persone in tutto il mondo non ne potrebbero più fare a meno. Ma i fisici non si sono fermati e hanno continuato a far evolvere gli strumenti a loro disposizione per adattarli alle loro sempre crescenti esigenze. Negli ultimi anni le grandi collaborazioni degli esperimenti al CERN sono state tra le prime ad adottare nuove tecnologie di calcolo distribuito, in cui i dati e i calcolatori che devono processarli sono sparsi in tutto il mondo; la sfida è fornire alle migliaia di fisici dai cinque continenti un accesso semplice ed efficiente ai dati prodotti dagli esperimenti. Allo stesso tempo, il grande numero di scienziati che partecipa allo sviluppo del software ha aperto nuove possibilità e creato nuovi problemi: come si può far collaborare a progetti complessi centinaia di sviluppatori con competenze diverse, spesso scienziati poco conformisti e insofferenti alle gerarchie, senza che la qualità dei programmi sviluppati ne risenta?
Reti di computer, reti di dati, reti di persone: come si è sviluppato il modello di collaborazione distribuito che ha permesso di sviluppare simili strumenti e che oggi consente di gestire l’enorme quantità di dati prodotti al CERN? Stiamo andando verso un modello in cui l’ “intelligenza collettiva” aprirà le porte a un nuovo modo di fare ricerca?


Federico Carminati ha lavorato al Los Alamos National Laboratory e al California Institute of Technology. Dal 1985 svolge la sua attività al CERN di Ginevra, dove ha partecipato a diversi esperimenti. Dal 1994 al 1998 ha collaborato con Carlo Rubbia, Premio Nobel per la Fisica nel 1984. Dal 2000 è Coordinatore del Calcolo per l’esperimento ALICE, uno dei quattro grandi esperimenti al Large Hadron Collider.

martedì 17 aprile 2012

Pasqua nel pliocene

Proseguono le avventure in cui il prof. S.C. si avventura in discipline che non sono le sue, divertendosi come un balengo.
L'antefatto: Cuorcontento Jr. racconta da mesi di una gita scolastica dalle parti di Albenga, dalla quale aveva riportato alcune conchiglie fossili; gli sarebbe piaciuto da matti tornarci. Il posto si rivela essere il Museo Paleontologico Silvio Lai, nei dintorni di Ceriale, dove arriviamo il sabato di Pasqua dopo una breve digressione a vedere il centro per la riproduzione in cattività delle tartarughe autoctone della piana di Albenga (Emys orbicularis ingauna). A noi i weekend a Gardaland ci fanno un baffo.

Effettivamente dopo la visita del divertente piccolo museo si può fare un giro nel canalone del rio Torsero; quivi affiorano tra gli equiseti certi calcari, ci dicono, risalenti al pliocene. Troviamo qualche conchiglietta che il custode, dopo una rapida occhiata, ci lascia tenere, ma il divertimento verrà domani da un paio di manate di argilla in cui l'occhio di falco del prof. S.C. ha intravisto qualcosa. Per ora sono francamente indistinguibili da mezzo chilo di guano di albatro in un sacchetto di plastica, se non forse per l'odore appena meno pungente.

L'equipaggiamento del provetto paleontologo include un catino, un bricchetto per l'acqua, un paio di pinzette e un colino temporaneamente sottratto alla produzione di camomilla per i cuginetti più giovani: nella foto, le operazioni di setacciamento dei reperti. Ed ecco che dal guano di albatro dalle argille plioceniche viene fuori di tutto: guardate proprio in mezzo che bel Conus (credo), due Pecten scuri (o forse Chlamys? Mah.), altra roba varia (Naticarius, Semicassis, un pezzo di Murex, forse una Archa, delle Turricula, guardate quante ne so) e un mucchio di candidi piccoli scafopodi (forse). Tutto sta in un cucchiaino da tè, e avanza anche spazio per il tè: per intenderci, la conchiglia più grossa nella foto è lunga sei millimetri, e ha almeno tre milioni di anni: mica pizza e fichi.


Infine, grazie a una specie di fresa da manicure comprata per cinque euro sulla bancarella dei cinesi e a una mezz'ora di applicazione indefessa, dal cuore di un pezzo di calcare emerge un Dentalium (se non ci sbagliamo) un po' più grosso.

Ci siamo guadagnati il pranzo di Pasqua, credo.